10 ottobre
Un boomerang per il Ticino?
Era stato un parto da sfinimento, con estenuanti tiramolla tra Berna e Roma. La Svizzera voleva conservare buoni rapporti con l’Italia in vista delle trattative sui bilaterali con l’UE, al Ticino si assicurò che l’accordo avrebbe scoraggiato il frontalierato dall’Italia e contribuito senz’altro a smorzare il fenomeno del dumping salariale. Siamo solo ai primi nove mesi di applicazione, ma le tendenze appaiono già delineate: sui bassi salari, dove il dumping maggiormente incide, gli effetti dell’accordo non esercitano alcun influsso; mentre sugli stipendi medio-alti la pressione fiscale italiana è a tal punto elevata da disincentivare il frontalierato e provocare carenza di manodopera, salvo rialzi di stipendi a livelli non sempre sopportabili per le aziende. Un ginepraio, se stiamo ai risultati di una nostra inchiesta tra imprenditori e sindacalisti.