Per Un Amicizia

All'origine di un'amicizia

“Per un’amicizia islamo-cristiana”, recita un piccolo volantino che ci è capitato tra le mani nei giorni scorsi. È l’invito ad un “Iftar condiviso”, ovvero “il pasto che interrompe il digiuno del Ramadan”. Dall’11 marzo, infatti, è cominciato il mese sacro osservato dai musulmani in tutto il mondo, che vede ogni sera, dopo il tramonto del sole, un momento di rottura dell’astensione dal cibo e dalle bevande.

L’Iftar è per sua natura un gesto comunitario, incuriosisce però quel “amicizia islamo-cristiana” in esergo all’invito. Cosa c’entra questo con una tradizione musulmana che si ripete ogni anno da secoli? Contatto allora la fonte del messaggio. Fabio, ex docente liceale in pensione, cattolico. Inizia a raccontarmi di una amicizia nata da qualche anno prima tra due amici cristiani praticanti ed un imam di origine albanese.

L’imam in questione è Luan Afmataj che dirige il centro islamico di Giubiasco, e segue i musulmani del Sopraceneri. Decidiamo di andare a conoscere anche lui, ci dà appuntamento davanti a un caffè nella bella piazza del quartiere bellinzonese. Ci racconta dell’amicizia nata all’improvviso con due ticinesi, Fabio per l’appunto, e Claudio. I tre si sono conosciuti alcuni anni prima, al termine di una presentazione alla Facoltà di Teologia.

Quel giorno l’istituto accademico luganese, al termine di una relazione sull’Islam, aveva dato spazio alle comunità musulmane ticinesi, permettendo alle guide delle varie realtà presenti sul nostro territorio di presentarsi. Alla fine dell’incontro Fabio e Claudio avvicinano – indipendentemente l’uno dall’altro, ma in contemporanea, come ci racconta Fabio – questo imam che li aveva particolarmente colpiti durante la sua breve presentazione.

Cosa vi aveva suscitato l’interesse iniziale per Luan, chiediamo a Fabio: “Credo ci avesse colpito anzitutto la semplicità con cui aveva cominciato a raccontare la storia che lo aveva portato in Ticino. E come dal suo approdo nella regione egli avesse vissuto un’esperienza positiva”.

“È così”, racconta lo stesso Luan, “Qui in Ticino mi trovo bene, mi sono sempre sentito a casa. E credo il sentimento sia condiviso da molti membri della mia comunità. Non dico che non manchino i pregiudizi nei confronti dei musulmani, come la difficoltà di trovare lavoro o di entrare in relazione quando i nostri interlocutori sanno che siamo di fede islamica. Però in generale qui stiamo bene”.

Luan è oggi Imam, come detto, della comunità che si incontra a Giubiasco. Come ci spiega, “solitamente le comunità musulmane tendono ad organizzarsi per nazionalità, mentre la nostra è forse l’unica ad essere volutamente multietnica. Il Centro islamico di Giubiasco è frequentato da persone di almeno una ventina di origini e nazionalità diverse, anche se in molti casi siamo oramai alla terza o persino alla quarta generazione in Svizzera”.

“Per questo motivo e anche per mio desiderio nel Centro di Giubiasco conduciamo tutte le attività nella lingua locale; io stesso, imam, ovvero guida spirituale di questa comunità, pronuncio i miei sermoni in italiano”.

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L’imam Luan Afmataj guida il Centro islamico di Bellinzona

Prima di approdare nel Bellinzonese, Luan ha guidato altre comunità alle nostre latitudini. Cresciuto da genitori albanesi che durante la dittatura comunista non avevano più potuto praticare la loro religione, riceve i primi rudimenti, “come le benedizioni da recitare prima dei pasti”, dalla nonna. Poi durante l’adolescenza il crescente desiderio di riscoprire la fede degli antenati. Ciò in seguito lo ha portato a decidere di studiare a fondo l’Islam, compiendo un percorso di formazione in Turchia.

Arrivato in Ticino dopo alcune tappe intermedie tra i balcani e l’Italia ha ripreso i suoi studi compiendo un master e ora un dottorato (in dirittura d’arrivo) in scienze delle religioni presso la facoltà teologica luganese. “L’ambiente accademico mi piace proprio. L’incontro con le persone, il dialogo. Mi basta passare vicino all’edificio dell’università per emozionarmi”, dice sorridendo.

Veniamo dunque a questa proposta che fate a Bellinzona. Condividere il momento della rottura dopo una giornata di digiuno, perché proporlo pubblicamente? E cosa c’entra con l’amicizia di cui ci hai parlato?

“Quello che condivido con Claudio e Fabio, innanzitutto, è la passione di ognuno di noi per la propria fede religiosa”. Il mese del Ramadan è il più importante dell’anno per i musulmani, ci spiega, “un mese in cui ci impegniamo più del solito a migliorare i nostri comportamenti, a purificare le nostre vite. Con Claudio e Fabio, io la interpreto un po’ come una gara. Tra credenti delle rispettive fedi, ci sfidiamo a rincorrere la virtù, ad approfondire le nostre tradizioni rispettive”.

È ciò che ci spiega anche Fabio raccontandoci dei momenti che hanno scandito questi anni, che a un certo punto hanno trovato una dimensione pubblica. “A un certo punto è sorto il desiderio di, diciamo, contagiare questa nostra amicizia”. Le occasioni si sono presentate strada facendo, come vedremo in un prossimo contributo che pubblicheremo sempre su queste pagine.

“Per questo noi diciamo che non facciamo ‘Dialogo interreligioso’”, ci spiega l’imam Luan, riferendosi al gergo solitamente usato per designare questo tipo di incontri, soprattutto quando sono tenuti in ambiti istituzionali, “La nostra è amicizia pratica, e dialogo in pratica, come lo chiamiamo noi. Non abbiamo nemmeno creato un’associazione. Ci piace andare in montagna insieme, abbiamo organizzato delle cene invitando per iniziare alcuni nostri amici e i nostri parenti, e col tempo abbiamo avuto il desiderio di coinvolgere altre persone”.

Fabio E Luan In Montagna
Fabio (sin.) e Luan in montagna

Così per l’Iftar condiviso aperto al pubblico (i posti sono limitati a un massimo di 300 persone) che si terrà al mercato coperto di Giubiasco sabato 23. Un gesto nato dopo che l’anno scorso lo stesso imam Luan aveva invitato un gruppo ristretto di persone, tra cui una dozzina di esponenti delle comunità cristiane ticinese, a condividere il gesto dell’Iftar”.

“L’Iftar si celebra ogni giorno quando al tramonto si rompe il digiuno di cibo e bevande che contraddistingue l’intera durata del mese di Ramadan (quest’anno è cominciato l’11 marzo). Alla sera i musulmani si ritrovano, in casa o in altri luoghi, si celebra una breve preghiera, e poi condividiamo un piccolo pasto festivo e un momento conviviale”.

“Dai miei amici è arrivata la proposta di farne un gesto più grande, e aperto a un certo numero di persone. Abbiamo dunque deciso di chiedere il patrocinio di due associazioni musulmane (Associazione islamica turco-ticinese e Comunità islamica nel Canton Ticino) e due realtà cattoliche (La Parrocchia di Bellinzona e i Cappuccini della Svizzera italiana), oltre a ricevere il sostegno del Servizio per l’integrazione per gli stranieri e l’aiuto del Comune di Bellinzona che ci mette a disposizione il Mercato coperto di Giubiasco”.

Nella comunità musulmana di Bellinzona due donne si sono mobilitate per organizzare la serata (ci si può ancora iscrivere ancora, entro questa sera, scrivendo a iftar.condiviso@gmail.com) e la cena che seguirà, nella cui preparazione hanno coinvolto gli altri membri della comunità. 

BENIAMINO SANI

 

Questo contributo è stato sostenuto da JournaFONDS, per l’inchiesta e il reportage: http://www.journafonds.ch/

 

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